Un paesino del Mezzogiorno d'Italia alla fine dell'Ottocento, un viaggio verso la libertà, una vita da emigranti ...

COSTITUZIONE - ART.10

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA - ART. 10 -
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Visualizzazioni totali

150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA

150° ANNIVERSARIO DELL'UNITA' D'ITALIA

Presentazione de IL DESTINO DELLA LUNA SUL FIUME

MERCOLEDì 20 APRILE ore 17,30 PALAZZO DOGANA, VIA XX SETTEMBRE FOGGIA presentazione de IL DESTINO DELLA LUNA SUL FIUME interverranno prof.ssa Maria Staffieri, regista teatrale della Compagnia Enarché prof. Antonio Angino, storico modererà Emiliano Moccia, direttore FrontieraTv Sarà presente l'autore.

venerdì 2 settembre 2011

GLI ITALIANI NEL MONDO E GLI STRANIERI IN ITALIA

Voglio ribadire un concetto che è STORICO ed in quanto STORICO è scientifico.
Alla presentazione del libro di storia di un amico ho potuto affermare che egli, pure essendo una mente scientifica si è dibattuto bene nell'ambito storico, chiaro segno che la Storia, come si va predicando da tempo, è una vera e propria scienza.
Ciò che voglio ribadire e che è STORICO, accertato, è che l'emigrazione è un fenomeno connaturato con la natura umana. Non è il desiderio di conquista di un Alessandro o di un Colombo ma quello di vivere il luogo ove si arriva. Vivere il luogo vuol dire portare la propria cultura ed integrarla con quella di chi mi ospita.
Gli emigrati italiani nel mondo "nel 2000, secondo una stima dello stesso Ministero, il numero dovrebbe collocarsi tra i 60 e i 70 milioni.".
Cioè, ci sono più italiani all'estero (o nati da italiani) che italiani in Italia.
Si capirà che se c'è un Paese che deve amare gli emigranti è il nostro.
Gli emigranti di oggi sono emigrati da paesi in guerra, da fame e miseria, per ragioni politiche.
Il problema non sono gli emigrati, che sono sempre una risorsa, ma l'accoglienza.
Se noi integriamo gli emigrati, facendone immigrati, avremo braccia per le nostre industrie e i campi.
Se noi li respingiamo o li costringiamo a campare di furti, questo si ritorce contro di noi, in molti termini.
Pure è vero che molti sfruttano in nero i lavoratori.
Pure è vero che gli italiani emigrati in America sono stati (anche se con difficoltà) integrati e hanno costruito quegli skyline che oggi vediamo nei telefilm.
Noi che prospettiva diamo agli immigrati?
Mi si dirà: ci tolgono lavoro, sono troppi.
Che ci tolgono lavoro non è vero, fanno lavori che noi non vorremmo fare (agricoltura, artigianato, industria).
Che siano troppi questo sì, condivido. Però, anche qui non è colpa loro che sognano l'Italia o l'Europa (Italia o Europa dalla quale molti, ed io per primo, pensiamo di scappare!), ma se noi riusciamo a organizzarne il traffico.
Siamo una penisola, al centro del Mediterraneo: ci vuole un Premio Nobel per la Scienza per capire che è vitale e fruttoso per l'Italia organizzare un traffico tra l'Europa e l'Africa, come ha già fatto per secoli Venezia?
Perché parliamo di squillo nei vari ministeri o nei vari palazzi e non parliamo di cose serie.
C'è gente che muore, sotto i nostri occhi, colpevoli noi! Ci sono ragazzi italiani che potrebbero lavorare in un lavoro molto proficuo per tutti.
Invece?
L'Italia, il paese dei rassegnati e dei deprimevoli onorevoli, non ritiene che sia saggio ciò.
A parte che non ho ancora capito cosa ritenga saggio e cosa faccia di saggio, ma perché non riflette sui problemi con gente nuova che non le solite volpine facce animalesche e macabre che da anni ci tormentano?
Credete che dobbiamo chiedere il parere di Casini o Veltroni fino a che traggono respiro, come se fossero gli unici pensanti? La vita media si è allungata, (ahimè lo sappiamo con il sempreverde Primo Ministro - nonché ultimo cittadino). L'Italia è un Paese di vecchi. La giovinezza sono questi stranieri che facciamo vivere con noi.
Il mondo è cambiato, l'Italia deve cambiare.
Una rivoluzione culturale ci vuole. Una rivoluzione culturale. Per fare una rivoluzione culturale ci vorrebbe, però, cultura, un ceto medio pensante magari. Eh già, ora ci penso.
Beh, tutto rimandato. Alla prossima notizia di sbarchi, di emergenza Lampedusa ed altre cose così, squallidamente volute da un popolo senza cuore né cervello, da un popolo che sembra, se fosse possibile, addirittura peggiorato! Auguri Italia, lunga vita a te!, starà pensando un italiano guardando chissà quale oceano.

Nessun commento:

Posta un commento